07 Dic-2018

Concluso con successo il corso di sartoria: due mesi di passione “Handmade”

Un corso e, a gran richista, subito un altro. E’ questo l’esito del bimestre del settore “Fai da te” nel campo delle “Creazioni e riparazioni sartoriali” proposte dal Consorzio Lavoratori Studenti.

Le 18 ore, suddivise in incontri settimanali della durata di tre ore, e diretti con maestria dalla docente Laura Deflorian, hanno avuto un doppio mandato: il primo iniziato a Settembre, il secondo ripreso subito dopo per rispondere alla richiesta fatta a gran voce dalle corsiste stesse.

La sede di Via Vicenza è strutturata ad hoc per l’occasione: grandi banconi, vetrate luminose, scatole capienti dove attingere ogni genere di colore e bottone, ed una macchina da cucito a disposizione di ogni sarta “in progress”.

Alcune di loro hanno le mani “in pasta” già da tempo, altre sono alle prime armi, altre ancora vogliono continuare a scoprire i trucchi del taglio e cucito rimanendo al passo con i tempi; insomma, chi per una ragione e chi per un’altra, vuole riscoprire quest’arte da tempo ormai accantonata.

Durante le lezioni si ascolta e si osserva la docente mentre spiega come fare un capo, come fare cadere una manica, come remmendare un tessuto o come tagliare una camicia. Dalla pratica si passa poi all’azione: ognuna delle partecipanti può proporre un progetto sul quale intende lavorare chiedendo supporto alla docente ogni qualvolta inceppa in un dubbio. E così via, fino a creare il proprio capo esclusivo: c’è chi ha terminato il corredo per il proprio nipotino, chi un gilet per il marito, chi confezionato piccoli gadget natalizi e chi ha disegnato ed imbastito un abito da matrimonio per un’amica.

 

Il detto recita: “Impara l’arte e mettila di parte“, ma non dovrebbe funzionare così se ciò che si mette da parte piano piano va nel dimenicatoio. L’ondata dei grandi magazzini e della produzione in serie ha reso sempre più rara questa professione, riservandola ai capi più pregiati della moda. Le fabbriche tessili, la “fast fashion” e la massificazione propongono ormai ogni genere di capo a prezzo irrisorio e così, l’antico significato del termine “sarto” (sartor in latino, ossia sarcire, restaurare), ha perso la sua essenza manifatturiera nel tempo.

Il mestiere del sarto ha segnato la storia del costume e della moda italiana: si tratta di una disciplina che viene acquisita sul campo ma richiede particolari attitudini come una buona manualità, senso estetico, pazienza e rigore. D’altronde, come lo richiede ogni mestiere artigiano, che viene pefezionato da sensibilità ed innovazione sempre al passo con le mode e le esigenze del cliente.

L’industria dell’abbigliamento ha rivoluzionato questa professione rendendola sempre più meccanica e meno creativa. Ma è proprio la fantasia, la personalità ed il buon gusto “Made in Italy” che ha contraddistinto il nostro stile, quindi perchè non ritornare alle origini e riassaporare il piacere di creare un capo su misura?